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Il nome del progetto deriva da un viaggio intrapreso in Nuova Zelanda. Un’esperienza a contatto con gli aborigeni Maori che utilizzano nel loro linguaggio la parola “Mahi” che si traduce nella parola lavoro. 

Da questo nasce lo spunto di creare un neologismo tra il maori e l’inglese, nasce dunque il temine Mahister inteso proprio come “Lavoratore” (Mahi-Ster)

Prima di specificare cosa sia Mahister e come sia nato è opportuno fare un passo indietro. Il mio nome è Lorenzo Aquila ed inizio la mia carriera lavorativa da giovane come barman nei locali. Dopo aver lavorato in molti paesi in giro per il mondo tra squallide birrerie e alberghi extra lusso, da Londra alla Malesia dalla Nuova Zelanda all’Australia ecc. decido di tornare trasferendomi definitivamente a Firenze circa dieci anni fa, per proseguire la mia carriera all’interno della ristorazione. Sono abbastanza conosciuto nella mia città e Viste le mie numerose amicizie acquisite negli anni, venivo spesso interpellato dai ristoratori per procacciare tramite passaparola lavoratori in cerca di un impiego, come camerieri, barman e altre figure professionali del settore in grado di coprire turni saltuari o permanenti per le loro aziende. Ristoranti, alberghi, feste sporadiche organizzate all’ ultimo minuto, matrimoni o eventi in genere, insomma diventai presto un vero e proprio punto di riferimento per gli imprenditori di zona. Sentii così l’esigenza, data la richiesta sempre più frequente, di indirizzare alcuni lavoratori del settore ristorativo di mia conoscenza all’interno di un gruppo social da me costituito, chiamato “la bacheca del barman” un gruppo intimo di poche persone inizialmente. In breve il gruppo si espanse, dando vita in seguito ad altri cinque gruppi da 260 persone ognuno. Eravamo veramente in molti, stava funzionando.

Dalla bacheca sarebbe stato possibile comunicare la disponibilità di nuovi posti di lavoro in città a più utenti contemporaneamente quindi attraverso una selezione rapida del titolare accedere al colloquio in maniera fulminea. Centinaia di persone hanno affermato di aver lavorato tramite questo canale almeno una volta. Questa modalità si protrasse nel tempo fino alla conoscenza dei miei soci, Luis Custodio e Alessio Minelli, due geniali sviluppatori di software, oggi cofondatori del progetto. Valutammo infatti davanti ad una birra durante un pomeriggio di Maggio, giusto qualche minuto dopo essersi conosciuti l’idea di creare qualcosa in più ad un semplice gruppo di utenti, ma una piattaforma di interazione completamente ridisegnata, dove ogni lavoratore del settore potesse interagire in maniera rapida senza tramiti o agenzie interinali, una community espandibile di lavoratori in stretto contatto con quelli che sono i valori del progetto (dedizione e meritocrazia). Nacque così Mahister. Un’ App che tutti sono in grado di utilizzare dal proprio smartphone e che rende la ricerca di lavoro molto più rapida ed efficiente. La parola Mahister è un neologismo formato dalla fusione della parola MAHI (lavoro) in lingua aborigena mahori, termine che appresi durante una mia esperienza nella lontana Nuova Zelanda, e STER, riferito alla persona. Formando così la parola neologistica “MAHISTER” (lavoratore).  L’idea fu da subito quella di apporre immaginariamente una bandiera su ogni attività di ristorazione grazie alla nostra App. Ecco spiegato il logo molto amato dai nostri utenti (una bandiera stilizzata) visibile anche sulla mappa all’ interno del’ App sopra ogni ristorante che ve ne fa uso. Passammo dunque in qualche mese, dai gruppi social alla versione beta di Mahister con molte persone che ci seguirono da subito supportandoci, anche grazie all’ottimo lavoro di comunicazione precedentemente svolto. ma non fu un’impresa facile, tutt’altro. Infatti Mahister inizialmente si trovava in una versione gratuita. Non generando così nessun tipo di profitto per la sua sostenibilità. Dovevamo mantenerci grazie ad i nostri vecchi impieghi, mentre le spese per tenere vivo il progetto aumentavano sempre più. Durante il giorno lavoravamo, chi come me dietro ad un bancone di un bar, chi come informatico per altre aziende. La notte la passavamo interamente sviluppando idee e cercare di comprendere quali modifiche apportare al progetto, Vi lascio immaginare che vita poco invidiabile passavamo ai tempi. Nel mentre Mahister si faceva spazio tra un premio e l’altro. Tra i riconoscimenti: miglior idea tra le cinquanta dell’incubatore m.i.p Murate idea park, oppure la vincita del concorso B.A.N (Business Angels Network) ma forse quello che per noi è risultato il più stimolante tra i riconoscimenti, è stata la vincita del Pegaso d’argento della regione Toscana, ottenuto per il lavoro svolto. Ci fu consegnato direttamente dalle mani di Eugenio Giani presidente della regione.  

Come team ci sentiamo molto uniti, quasi fratelli e non esclusivamente da un progetto di business ma anche da un rapporto umano coltivato tra gioie e difficoltà. E’ trascorso molto tempo da quella birra sorseggiata in un pub, tra ipotesi e sogni. Possiamo dire che siamo sempre più affiatati e legati da una forte stima reciproca. Il nostro obbiettivo rimarrà sempre quello di portare Mahister nelle aziende di ogni ristoratore, e con determinazione ce la faremo.